Vengono qui rappresentati diversi ambienti antropici e in particolare i differenti tipi di coltivi presenti del territorio etneo nonché alcuni parchi e giardini della Sicilia orientale.
II giardino storico è un insieme polimaterico, progettato dall’uomo, realizzato in parte determinante con materiale vivente, che insiste su (e modifica) un territorio antropico, un contesto naturale. Esso, in quanto artefatto materiale, è un’opera d’arte e, come tale, bene culturale, risorsa architettonica e ambientale, patrimonio della intera collettività che ne fruisce. Da: Art. 1 Carta di Firenze (1981). Carta dei Giardini storici.
Il parco delle Kentie si estende su un’area di 9.000 mq e ha una superficie pianeggiante. Ricade all’interno del territorio urbano di Riposto (Catania). Il giardino deve il suo nome alla presenza in piena terra di 100 esemplari di “Howea forsteriana” che risalgono ai primi del Novecento. Data la singolarità dell’impianto, il giardino, successivamente ingrandito, è stato destinato unicamente alla coltivazione di Palme e, quindi, arricchito con altre 70 differenti specie di piante che Linneo chiamò “Principes plantarum”.
A partire dalla fine del XVIII secolo il verde entra a far parte dei centri urbani. Sono stati creati, così, i giardini pubblici con l’intendo di migliorare la salute dei cittadini, specie per la loro funzione estetico-ricreativa. Oggi il verde urbano è molto importante perché, con le sue piante, contribuisce al miglioramento del microclima e modera gli squilibri ambientali propri delle città. Vengono qui descritte alcune aree verdi urbane ed extraurbane di Catania e provincia.
In termini ecologici, si definisce agroecosistema quando le piante che occupano un appezzamento costituiscono una comunità assieme alle caratteristiche climatiche, fisiche e chimiche dell’ambiente. Tuttavia per la sua continuità è necessario l’intervento continuo dell’uomo in modo da gestire gli equilibri a favorie di specie vegetali ed animali utli per la produzione di cibo e materie prime.