La collezione di piante succulente dell’Orto botanico di Catania
Se oggi la funzione di un Orto botanico è intesa prevalentemente come rappresentazione di ambienti naturali i più diversi, pure non ha ancora perduto valore quella di raccolta ed esposizione di esemplari provenienti da diverse parti del globo. Così l’Orto Botanico di Catania, costretto a mantenere l’antica struttura dalla sua limitata estensione, riveste un’importanza, se vogliamo storica, proprio come sede di alcune peculiari collezioni.
La più ricca di queste è certamente la collezione delle piante succulente, che annovera migliaia di esemplari, la maggior parte coltivate all’aperto. Ciò è possibile grazie al clima piuttosto mite d’inverno che permette di supplire in parte alla carenza di serre pur necessarie per l’alta piovosità invernale e il permanente rischio di grandinate. Per le loro originali forme e strutture le succulente rappresentano quindi una delle attrattive di maggior pregio dell’Orto sia dal punto di vista didattico che estetico. Fu lo stesso Tornabene che diede vita alla collezione; infatti da un suo elenco redatto nel 1887, risultano presenti entità di diverse famiglie, quali Aizoacee, Crassulacee, Cactacee, ecc.
Nel 1963 essa fu arricchita di 4.000 nuovi esemplari in seguito alla acquisizione della collezione “Concetto Di Stefano” e nel 1982 la collezione è stata ulteriormente incrementata grazie alla donazione del dott. Cesare Gasperini. Oggi, in base a una stima approssimativa, essa raccoglie circa 2.000 specie, prevalentemente Cactacee, Euforbiacee, Aizoacee. L’apparente uniformità di aspetto che si osserva in piante appartenenti a famiglie sistematicamente assai lontane, è il risultato di un adattamento convergente ad ambienti estremamente aridi e si manifesta con l’ acquisizione di particolari strutture, quali parenchimi acquiferi, le cui mucillagini trattengono notevoli quantità di acqua, le epidermidi ispessite e cutinizzate, la trasformazione delle foglie in spine, la presenza di fusti fotosintetizzanti, la assunzione di forme sferiche allo scopo di limitare la superficie traspirante, e così via.
Le Cactacee sono piante tipiche del continente americano, esse hanno forma varia, con fusto colonnare od otriforme, ricoperto di spine (solo nel genere Pereskia, considerato più primitivo, sono ancora presenti le foglie). Tra gli esemplari più notevoli sono da citare alcuni Cereus di grandi dimensioni, dalla tipica fioritura notturna, e diversi Echinocactus grusonii ultracentenari di inestimabile valore. Numerosi esemplari di Mammillaria (M. schiedeana, M. herrerae, M. theresae) sono custoditi in serra e all’aperto. Inoltre particolarmente interessanti sono: Blossfeldia lilliputana, il più piccolo cactus sud americano in grado di fiorire e fruttificare prima di raggiungere mezzo centimetro di altezza; Astrophytum capricornae con le sue varietà fra cui la var. nivea, molto rara e delicata; Leuchtenbergia principis, il cui aspetto ricorda quello di una Agave, con rami che portano all’estremità areole, spine e fiori. Altre pregevoli cactacee sono: Roseocactus fissuratus Melocatus jansenianus, Toumeya papyracantha, Lophophora williamsii.
Ricca e pregiata è la collezione di Aloe, con diverse decine di specie soprattutto sudafricane, arborescenti e cespugliose, che producono vistosi grappoli di fiori tubulosi dai colori sgargianti, rossi e gialli; tra queste A. arborescens, densamente cespugliosa, a fiori rossi, A. ferox dalle foglie interamente spinose, A. dichotoma con fusto e rami biforcati, A. ciliaris, più delicata, con tenui spine cartilaginee e ricurve, alla base e ai bordi delle foglie carnose. Altrettanto numerose sono le agavi, quasi prive di fusto, formate da grossi cespi di foglie carnose e fibrose, fortemente spinose all’apice e ai bordi, disposte in dense rosette, alcune grandi e rustiche, coltivate in piena terra, come A. americana, A. ferox, A sisalana, altre più piccole ed esigenti e per questo coltivate in serra, come A. victoria-reginae e A. ferdinandi regis.
La collezione di succulente comprende moltissime altre piante, alcune rare e singolari, altre note ed ampiamente coltivate per l’aspetto ornamentale. Tra queste vanno citate le diverse specie e cultivar di Plumeria, come P. acutifolia, P. alba, P. ‘Angela’e P.’Mele Pa Bowman’.
Le fioriture di queste piante avvengono in estate e sono molto appariscenti, dai colori accesi e fortemente sfumati, dal viola, al rosso, al giallo e al bianco crema, alcune intensamente odorose.
Dalle regioni aride dell’Africa australe proviene la maggior parte delle Aizoaceae. Caratteristico è il genere Lithops per il suo habithus particolare: le piante hanno la forma di piccoli sassi che si mimetizzano con il terreno ciottoloso circostante.
Diversi sono gli esemplari di Euphorbiaceae fra cui spiccano per la bellezza dei rami e per il portamento maestoso alcuni giganteschi esemplari di Euphorbia abyssinica ed E. candelabrum, mentre altre di più modeste dimensioni presentano habitus pulvinato (Euphorbia trigona, E. caerulescens, E. resinifera).
Fra le Crassulacee succulente citiamo Crassula falcata dai caratteristici fiori rosso sangue disposte in dense cime e C. brevifolia a foglie bordate di rosso, e inoltre i generi Sedum, Echeveria ed Aeonium.
Infine ricordiamo la presenza nell’Orto di diverse specie di Stapelia (fam. Asclepiadaceae) dai tipici fiori a stella emananti un odore di carne putrida allo scopo di attirare particolari insetti pronubi (mosche). Stapelia europaea ssp. europaea, dell’isola di Lampedusa, è l’unica specie del genere presente, allo stato spontaneo, in Italia.