Il Parco Colonna è dal 1923
il giardino pubblico di Taormina ed ha un'estensione di
22.400 mq, una lunghezza di 280 m ed una profondità
massima di circa 70 m nella parte centrale. Prende il
nome da Giovanni Colonna, Duca di Cesarò, Ministro delle
Regie Poste e Telegrafi, grazie al quale il Comune di
Taormina riuscì ad ottenere i finanziamenti necessari
per acquisire il parco tramite un esproprio per pubblica
utilità.
A quel tempo il parco era di proprietà del Dottore
Salvatore Cacciola che l'aveva ricevuto in eredità dalla
moglie, la nobildonna inglese Florence Trevelyan.
Miss Trevelyan, amante della natura e del bello, dopo
aver viaggiato a lungo, decise di stabilirsi a Taormina
dove giunse nel 1889 all'età di 37 anni; pare fosse
stata invitata a lasciare l'Inghilterra per una presunta
relazione con il principe ereditario Edoardo VII.
A Taormina prese alloggio al Timeo, l'unico albergo del
luogo, dove riuscì a tenere con sé anche i suoi cinque
cani in seguito all'accordo con il proprietario di
ampliare a proprie spese l'albergo.
Si racconta che un giorno uno dei cani si ammalò e, non
potendo trovare un bravo veterinario, Florence fece
chiamare il Prof. Salvatore Cacciola, titolare di una
cattedra presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia
dell'Università di Bologna, il quale curò e fece
guarire il cane.
I due si frequentarono per qualche tempo e nel 1890 si
sposarono andando a vivere nel settecentesco palazzo
Cacciola.
Dopo la perdita dell'unico figlio appena nato, Florence
si dedicò ad opere filantropiche e alla progettazione e
realizzazione di un giardino esteso su un terreno in
ripido pendio sotto le mura della città.
Le differenze di livello furono colmate con terrazzamenti
in pietra e scalinate. Agli alberi autoctoni, carrubi,
olivi, mandorli, aggiunse quelli provenienti
dall'emisfero australe introducendo molte piante esotiche
non ancora note a Taormina, come Araucaria, Calliandra,
Bahuinia.
Il giardino, oltre che con statue classiche e giare
enormi, fu arricchito da estrose costruzioni ideate dalla
stessa Florence, dette beehives cioè
alveari, con struttura intermedia tra il gazebo e la
pagoda orientale, in parte realizzati sulle basi di
rustici preesistenti.
I dettagli sono siciliani di origine ma consistono in un
improbabile miscuglio di stile romanico, gotico e rococò
creato in mattoni colorati, pezzi di pietra, stoffa,
tegole, tubi di tutte le dimensioni e altri recuperi
architettonici.
Erano usati per ospitare gli amici della nobildonna o
come tranquilli luoghi di lettura.
Oltre ai beehives, Florence Trevelyan adornò il parco
con i cromlech, una sorta di monumenti
megalitici di pietre disposte in circolo che formano un
recinto religioso, e i dolmen simili a
costruzioni funerarie in pietra del III millennio a.C.,
fatti costruire da Lady Trevelyan in ricordo dei suoi
cinque cani. |