Il Giardino

La città di Piazza Armerina si trova nella parte più interna della Sicilia centro-meridionale e, dal punto di vista amministrativo, è un comune della provincia di Enna. Essa sorge a ridosso dei Monti Erei a un'altitudine di 721 m s.l.m. e si estende per 30.304 ettari su tre colline al centro di un territorio di estese zone boschive e di campagne ben coltivate; la maggiore di queste colline, il monte Mira ha dato il nome alla città. La popolazione residente è di oltre 10.000 abitanti.
Dal punto di vista geologico il territorio comprende terreni silico-argillosi, sabbiosi o interamente argillosi. La temperatura media annua è di 13,68°C, mentre le precipitazioni medie annue ammontano a 700 mm e sono concentrate nel periodo autunno-inverno, con ampio deficit idrico nei mesi estivi. Variabili sono le precipitazioni nevose nella zona. I venti soffiano prevalentemente da W-S-W ed E-S-E.
Nel complesso il clima è di tipo mesomediterraneo subumido inferiore secondo la caratterizzazione delle fascie bioclimatiche della Sicilia proposta da BRULLO et al. (1996).
Il Giardino Garibaldi, al quale si accede dalla via Generale Ciancio, occupa attualmente un'area di circa 20.000 mq, che si continua a SE nel parco urbano San Pietro con un'estensione di circa 40.000 mq. Esso è delimitato, nella parte frontale, da un alto muro di contenimento al centro del quale si apre l'ingresso principale con un ricco cancello in ferro battuto, e si estende su diversi livelli. Dalla prima rampa di scale si dipartono lateralmente due larghe piazzuole rettangolari con panchine, ombreggiate da tigli (Tilia cordata) di notevoli dimensioni. Una seconda rampa introduce al giardino vero e proprio che presenta forma circolare, regolarmente suddivisa da due viali principali ortogonali in quattro settori, ognuno dei quali ulteriormente articolato intorno ad una più piccola area centrale, anch'essa circolare. Un altro viale circonda il giardino nella parte più esterna. Al centro trova sistemazione una semplice fontana con Zantedeschia aethiopica.
Nel primo settore la parte prospiciente la fontana è dominata da un'imponente Magnolia grandiflora e l'aiuola centrale ospita un grande esemplare di Cedrus libani; intorno si osservano Lagerstroemia indica, Cercis siliquastrum, Trachycarpus fortunei, Ligustrum lucidum, Thuya orientalis. Tra le specie arbustive sono presenti Spiraea chamaedryfolia, Solanum wendlandii, dalla fioritura roseo-violetta, Datura sp. Nelle aiuole periferiche di questo primo settore sono da notare per il portamento e le dimensioni Picea abies, Abies alba e alcune palme, come Phoenix canariensis e Sabal blackburniana. Le bordure che delimitano le diverse aiuole del settore sono formate da Buxus sempervirens, Ligustrum sinensis e L. lucidum. Esternamente al settore, al confine del giardino, si osservano Aesculus hippocastanum e Cercis siliquastrum. Il secondo settore si presenta meno ricco di specie; si osservano verso la fontana due esemplari di Magnolia grandiflora e, al centro, una Washingtonia robusta; tra i pochi arbusti sono Viburnum tinus e Cordyline indivisa. Una siepe di bosso (Buxus sempervirens) delimita in maniera discontinua le aiuole.
Nel terzo settore l'aiuola centrale è occupata da un grande Cedrus deodara circondato da specie arbustive quali Viburnum tinus, Cordyline indivisa, Spiraea chamaedryfolia. Anche in questo settore si riscontra una siepe incompleta di bosso.
Intorno a questi due settori decorre un ampio viale periferico semicircolare al centro del quale, in posizione simmetricamente opposta all'ingresso, si trova il busto di Garibaldi al quale è dedicato il giardino. Tra le specie presenti sono Washingtonia filifera e W. robusta, Phoenix canariensis, Chamaerops humilis, Robinia pseudacacia oltre ad alcune succulente, quali Agave americana e Kalanchoe sp., arbusti di Euonymus japonicus e di Artemisia arborescens; la siepe di delimitazione è costituita uniformemente da Ligustrum lucidum.
Il quarto settore si caratterizza per la presenza di un raro esemplare di Cinnamomum camphora di notevolissime dimensioni, di Cedrus deodara al centro e di Magnolia grandiflora, Lagerstroemia indica, Trachycarpus fortunei, Ligustrum lucidum, Thuya orientalis, ecc. Nelle due aiuole esterne si osservano alcune conifere, in particolare Cedrus deodara, Picea abies e Abies alba, oltre a Sabal blackburniana, Phoenix canariensis e Pittosporum tobira. Anche in questo settore le siepi si presentano piuttosto discontinue e sono formate da Ligustrum lucidum e L. sinense.
In corrispondenza dell'ingresso al convento di San Pietro si osserva un'altra piccola area, indicata in mappa come Giardinetto, che un tempo doveva essere suddivisa in aiuole formali il cui disegno è oggi quasi scomparso. Tale area, a cui si accede tramite una scalinata ricurva, è caratterizzata dalla presenza di alcune specie particolari, non riscontrate nel giardino principale, quali Cocculus laurifolius, Philadelphus coronarius, Viburnum tinus, Weigela florida. Verso l'ingresso secondario sono sparsi irregolarmente numerosi platani (Platanus x hybrida) e un Cedrus deodara.
Su una collinetta di raccordo si osservano, disposti in modo irregolare, diversi esemplari di Robinia pseudacacia, oltre a Pinus pinea e Cupressus sempervirens. Un cenno particolare va fatto al Chiostro del convento, attualmente chiuso al pubblico per i lavori di restauro in corso. Delimitato da una serie di colonne, conserva al suo interno un pozzo e, seppure coperto in buona parte da rovi ed altre infestanti, conserva alcune essenze arboree che testimoniano l'antica sistemazione, come Picea abies, Washingtonia filifera, W. robusta e Celtis australis.
Il giardino formale, attraverso una lunga scalinata, si collega alla vasta area naturaliforme, oggi qualificata come parco urbano, che corrisponde all'antica Selva di San Pietro. E' importante sottolineare qui la presenza di specie autoctone, soprattutto diverse querce (Quercus dalechampii, Q. virgiliana e Q. ilex) con forte capacità di rinnovo, Olea oleaster e Acer campestre; frammisti a questi sono presenti numerosi esemplari di Eucalyptus camaldulensis, di impianto sicuramente più recente, probabilmente nel ventennio fascista. Infine, nella zona marginale scoscesa tra il giardino e il bosco si osservano molti esemplari di olmi (Ulmus glabra) trattati a ceduo, che manifestano una forte capacità di rigenerazione. Nel complesso il Giardino Garibaldi conserva oggi la sua struttura originaria, probabilmente risalente al Settecento, soprattutto nella parte formale dove il tracciato delle aiuole rispecchia lo stile e il gusto dell'epoca. Una nota singolare è la somiglianza con l'Orto Botanico di Padova nella forma circolare, suddivisa in quattro settori da viali ortogonali. La zona a parco si contrappone distintamente al giardino geometrico e si distingue non solo nella composizione floristica ma anche nell'andamento irregolare dei viali e nell'estensione su pendii più o meno scoscesi.
Per quanto riguarda la gestione e manutenzione bisogna purtroppo rilevare un generale senso di abbandono e trascuratezza. Specialmente il giardino formale si presenta poco curato sia nella componente architettonica che in quella floristica. In alcune aiuole giacciono abbandonati vasi e colonnine, a volte sostituiti da altri in materiali diversi che contrastano con lo stile del giardino.
La presenza di alberi particolari per dimensioni o per rarità, come Cinnamomum camphora (Albero della Canfora), Cedrus libani e C. deodara (Cedro del Libano e Deodara), Cocculus laurifolius, Picea abies, Aesculus hippocastanum (Ippocastano), Magnolia grandiflora (Magnolia) è testimonianza di una passata attenzione nei confronti del giardino, anche se non appare più rispettata la simmetria nella disposizione delle piante.
Un progetto di restauro del parco prevede una serie di interventi tecnici e, per quanto riguarda la copertura vegetale, la sostituzione delle specie alloctone, soprattutto Eucalyptus, con entità tipiche della vegetazione naturale, quali Fraxinus ornus, Arbutus unedo, Pistacia lentiscus e Spartium junceum, favorendo anche il rinnovellamento delle diverse specie di querce.