Le piene, in passato, trasportavano una pietra preziosa la simetite conosciuta come "Ambra del Simeto" che veniva raccolta alla foce da aprile a ottobre da esperti ricercatori.
Oggi è quasi scomparsa, in passato, la simetite veniva lavorata da esperti gioiellieri catanesi per realizzare collane, anelli e oggetti vari (urne, coppe,ecc.). Questa pietra, come disse Franco Sgroi, " .... si presenta in nuclei di differente forma e volume, proviene dalle molasse, dalle sabbie e dalle marne mioceniche. Strappata via dalle pendici delle Madonie insieme a sassi, pietre e terra dalle piogge invernali, o si disperde nel terreno, o viene trascinata dalle acque del salso e del Simeto e quivi per la sua leggerezza affiora sul pelo dell'acqua e si arresta sulle sponde fra i detriti o vi viene respinta con le alghe dal moto della corrente". Il Principe di Biscari Ignazio Paternò Castello, aveva una ricca collezione di ambre apprezzata anche da Goethe durante il suo soggiorno in Sicilia. L’abate Francesco Ferrara (1767-1850) ne raccolse oltre ottanta tipi diversi, molti dei quali inglobavano insetti e parti di piante.