Apicoltura

Ha tradizioni piuttosto consolidate nel territorio etneo. Un tempo diffusi nelle zone collinari e montane del versante orientale gli allevamenti apistici hanno progressivamente visto accrescere la loro importanza in parallelo con la innovazione tecnica, organizzativa e commerciale. La zona pedemontana orientale appare ancora oggi la più elettiva per l’apicoltura, che può fare riferimento, a seconda delle stagioni, alle piante spontanee dell’Etna o alla flora antropogena dei contermini territori posti a quote più basse, costituita in prevalenza da agrumi. La "zagara" costituisce per le api una fonte alimentare abbondante e ricercata. L’integrazione tra risorse floristiche di territori diversi si realizza con il trasferimento stagionale delle arnie.

La razionalizzazione delle arnie, anche sotto il profilo costruttivo, è stata attentamente perseguita; sono stati altresì messi a punto e diffusi nuovi protocolli per il controllo e la tutela igienico-sanitaria degli allevamenti, per il prelievo dei favi, per la lavorazione, per il confezionamento e per la valorizzazione del miele e di altri prodotti secondari (propoli, pappa reale, etc.).

Sul piano organizzativo va ricordata la creazione di organismi associativi per la tutela e per la commercializzazione del miele dell’Etna, diversificato per la specificità del profilo aromatico a seconda delle piante bottinate, e la recente approvazione del "piano apistico regionale" nel quale sono previste iniziative per la incentivazione, il sostegno e lo sviluppo dell’apicoltura etnea