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La coltura si colloca tra quelle più rappresentative della frutticoltura etnea non solo per la rilevanza dei relativi impianti, ma anche per la sua capillare diffusione sul territorio favorita in passato dall’innesto sul perastro, presente allo stato spontaneo, di varietà locali.

La pericoltura basata su piante sparse o su impianti promiscui, affermatasi prima che la specializzazione colturale divenisse una esigenza agronomica ed economica imprescindibile, è in notevole regressione ed in alcune zone può ritenersi del tutto scomparsa. Ciò risulta rischioso ai fini della salvaguardia di quelle numerose varietà locali cui la coltura ha fatto tradizionale riferimento. La ricchezza di tale patrimonio è comunque ancora notevole; secondo indagini non molto lontane nel tempo, la pericoltura dell’Etna è ricca ancora di numerose cultivar a frutto medio o medio-piccolo tra le quali risulterebbero esclusive o quasi delle pendici del vulcano Angelico, Buccadonna, Chiuzzu, Facibile, Falcuneddu precoce, Ialofuru, Iazzolo bianco, Iazzuleddu, Madonna, Moscatello, Ova di Nuzza, Rosa, Sanamalatu etnese, Savino, Spineddu, Ucciarduni, Zinno. Esse coprono per intero, quanto ad epoca di maturazione, il periodo compreso tra i primi di giugno e la fine di settembre, senza contare le cultivar i cui frutti richiedono il passaggio in fruttaio dove maturano durante il pieno inverno; numerose altre cultivar locali non esclusive del territorio etneo sono presenti. Rappresentato è il gruppo delle cosiddette perine (San Giovanni, Rosa, Facci bedda e Moscatello) i cui piccoli frutti sono conosciuti ed apprezzati sui mercati locali.

Alla pericoltura più antica e tradizionale, dal variegato profilo bio-agronomico, si è affiancata di recente quella basata su impianti specializzati ed innovativi per quanto riguarda sia le varietà che le tecniche agronomiche.

La moderna pericoltura è basata sia su cultivar a maturazione estiva (Coscia, Butirra d’estate) che su cultivar a maturazione autunnale (Decana d’inverno, Butirra d’inverno, Passacrassana). Aree elettive di diffusione sono il versante orientale a quote comprese tra 300 e 600 m per le cultivar estive, e quello occidentale (comuni di Maniace, Bronte, Randazzo) anche per le cultivar a maturazione autunnale. In quest’ultimo versante hanno fatto la loro comparsa, negli ultimi decenni, impianti a forme obbligate (es. spalliera).