Cirneco dell’Etna

E' un cane vivace, dalla struttura leggera, di media taglia (50 cm al garrese), fornito di ottimo olfatto e di grande resistenza. Il capo, di aspetto gradevole, ha muso sottile e allungato e orecchie erette e ben rigide. Il petto è profondo e ampio, il ventre asciutto e retratto. La coda in riposo è portata a scimitarra; il manto è di colore fulvo uniforme.

Le origini di questo animale, come pure l'etimologia del suo nome, sono molto antiche e alquanto incerte. Al tempo dei Greci era considerato pregiatissimo tanto da essere raffigurato in ben 36 diversi coni di monete (dal VI al III sec. a.C.), di numerose colonie siceliote, fra cui Segesta, Erice, Mozia, Panormo, Messana, Siracusa. Particolarmente interessante per la perfetta corrispondenza delle caratteristiche somatiche con il Cirneco attuale è la rappresentazione di questo animale in una tetradracma d'argento di Segesta (V sec. a.C.).

Il Cirneco dell'Etna deve la sua sopravvivenza principalmente alle qualità venatorie eccellenti nella cerca sulle impervie e taglienti rocce vulcaniche dove il coniglio trova rifugio in luoghi praticamente inaccessibili ad altri cani.