A mano a mano che il massiccio etneo si andava costituendo veniva colonizzato dagli animali che già vivevano sui vicini e ben più antichi Peloritani e Nebrodi, o da quelli che su di essi arrivavano dalla penisola italiana attraverso la Calabria. I territori posti a sud del vulcano hanno invece potuto fornire all'Etna un contingente faunistico meno importante, sia per essere rimasti più a lungo separati dal vulcano per la presenza del braccio di mare, sia per il fatto che essi hanno costituito fino quasi ai giorni nostri un ambiente lacustre e paludoso popolato da una fauna particolare, la quale difficilmente poteva trovare sull'Etna ambienti consimili che le permettessero di spingersi sulla montagna.
Della maggior parte delle numerose popolazioni di animali che hanno via via colonizzato l'Etna solo alcune sono rimaste a lungo isolate sulla montagna, anche per alcune centinaia o decine di migliaia di anni. Tale isolamento ha determinato l'evoluzione indipendente di queste popolazioni che si sono differenziate dando origine a specie o a razze neoendemiche, esclusive del vulcano. Non si rinvengono invece sull'Etna, proprio a causa della sua giovane età, né una fauna autoctona, propria del vulcano, né paleoendemismi, cioè specie relitte di antichi suoi popolamenti prequaternari.Nonostante questa relativa povertà di endemismi etnei, molte specie dell'Etna, soprattutto Invertebrati, costituiscono una importante e insostituibile testimonianza della storia del suo popolamento animale.