PESCI

L'ittiofauna del Simeto ha profondamente risentito del peggioramento delle condizioni ecologiche del fiume. In questi ultimi anni, lungo gli ultimi 60 km del Simeto sono state rinvenute poche specie di pesci, alcune delle quali sono marine migrate nelle acque salmastre: si tratta della spigola (Dicentrarchus labrax), del cefalo (Mugil cephalus), di tre specie di muggini (Chelon labrosus, Liza aurata, Liza ramada), del latterino (Atherina boyeri), dell'anguilla (Anguilla anguilla), dell'acciuga o alice (Engraulis engrasicolus); tutte specie di interesse alimentare alle quale va aggiunta una non edule, il pesce ago (Syngnathus abaster).
Sino a pochi anni fa l'anguilla e la liza ramada si addentravano più a monte ma oggi, a causa dell'inquinamento e dei lunghi periodi di secca, risalgono il fiume di appena qualche chilometro dalla foce. Delle restanti specie, che sono dulcacquicole primarie o secondarie, 6 sono già scomparse dalla seconda metà del fiume, quella più inquinata (da Adrano alla foce) ove erano presenti fino ad una decina di anni orsono: la carpa (Cyprinus carpio), il ciprino dorato (Cyprinus auratus), la tinca (Tinca tinca),
una specie di bavosa (Lipophrys fluviatilis), la piccola gambusia (Gambusia affinis), introdotta nel secolo scorso, e il mazzuni (Aphanius fasciatus), che è una delle poche specie indigene del Simeto. In questi ultimi anni a queste specie sono state aggiunte una trota (Salmo gairdneri), originaria delle zone occidentali del Nord America, e il triotto (Rutilus rubilio), specie italiana autoctona assente da qualsiasi altro corso d'acqua siciliano.