Le ville e i parchi di Riposto

(Testi a cura di Pietro Pavone)

(Foto di Pietro Pavone)

Giardino delle Kentie

Questa area ospita oltre 60 esemplari di Howea forsteriana delle Isole Lord Howe (Oceania), comunemente note come Kentie, qui posti in filari che denunciano l'originario intento (prima dell'acquisizione comunale) di ricavare solo semi. Al centro dell'area sono presenti folti cespi di Strelitzia augusta, musacea simile nell'aspetto alle banane i cui fiori bianchi, grandi e molto eleganti, fuoriescono da una spata color viola scuro. In prossimità si possono scorgere diversi esemplari di falsa acacia (Robinia pseudoacacia), dai fiori bianchi e molto profumati, proveniente dagli Stati Uniti e ormai naturalizzata in tutto il territorio italiano. Interessante è la presenza di un vigoroso esemplare di Araucaria bidwillii, gimnosperma originaria dell'Australia dalla tipica chioma ottusamente conica con rami in prossimità dell'apice eretti, quelli intermedi orizzontali e quelli basali decumbenti. Le foglie ovali-lanceolate, pungenti all'estremità, sono disposte su due file lungo i rami giovani.

Museo Botanico "Parco delle Kentie" di Riposto

(A cura di Pietro Pavone)

Il territorio etneo, per le sue caratteristiche geologiche, climatiche e ambientali, è stato da tempo oggetto di grande interesse da parte dell'uomo. Basti pensare alla costellazione di piccoli e grandi insediamenti urbani su tutto il territorio, ad esclusione della inospitale zona altomontana. Anche gli studiosi, sin dal XIX secolo, cominciarono ad interessarsi di questa regione; in particolare, Rafinesque, nel 1813, elencò alcune specie di piante tra le più significative della zona altomontana dell'Etna. Successivamente, numerosi furono gli Autori che si occuparono della flora dell'Etna, alcuni dei quali hanno prodotto non semplici elenchi floristici, bensì delle vere e proprie monografie sulla flora etnea, tra cui citiamo Strobl (1880), Tornabene (1889-92), Poli (1965) e Siracusa (1996).

Inoltre questo interessante patrimonio naturalistico è sempre più spesso meta di escursioni da parte di studiosi, di scolaresche e di appassionati della natura.

Si pone quindi il problema di istituire musei e centri scientifici, intesi come centri di educazione permanente collegati al mondo della Scuola e della Comunità, al fine di destare l'interesse e quindi il rispetto per le piante e gli ambienti naturali, necessario presupposto per la diffusione di una coscienza ecologica e per un corretto uso del territorio.

Merita plauso l'iniziativa delle Autorità regionali, e in particolare dell'Assessore al Territorio ed Ambiente, che ai sensi dell'art. 38 della L. R. 14/88 hanno approvato, su proposta dell'Assessore Comunale Roberto Di Bella, il progetto di ampliamento del "Parco-giardino delle Kentie" e la creazione di un Museo Botanico con annessa serra tropicale.

Lo scopo principale di questo tipo di museo botanico consiste nel fornire, mediante campioni rappresentativi, una costante documentazione della diversità, della variabilità e della distribuzione della flora del territorio jonico-etneo. Tutti i campioni sono corredati di un'etichetta applicata al foglio dell'erbario, sulla quale è riportato il nome della pianta, la data di raccolta, il nome del raccoglitore, la località geografica e, talora, indicazioni sul suo habitat.

I campioni, a loro volta, sono riuniti in cartelle archiviate in armadi appositi, forniti di scomparti, per una rapida consultazione. L'erbario costituisce uno strumento indispensabile a tutti coloro che si occupano di botanica e in particolare ai docenti di Scienze.

Il Giardino botanico costituisce un valido supporto all'erbario. La flora caratterizzante sarà quella adatta al clima locale e si offrirà in tutto il suo splendore all'attenzione dei visitatori. Le piante saranno debitamente classificate ed etichettate e sistemate secondo criteri che rispecchiano quanto più fedelmente possibile le condizioni naturali.

Di fianco all'edificio predisposto ad erbario vi è una serra calda che ospiterà piante particolarmente attraenti o con fiori appariscenti. Queste piante richiedono temperature di 20 °C o più, perché provengono dalla giungla tropicale e amano i luoghi ombrosi e umidi.

E' con delibera n. 174 del 15.3.1990 che il Consiglio Comunale ha dato avvio alle pratiche per la realizzazione del progetto.

Attualmente, i lavori relativi alla costruzione delle strutture architettoniche sono ultimati, mentre il materiale botanico, in gran parte già raccolto e catalogato, si trova presso il Dipartimento di Botanica dell'Università di Catania, al quale sarà stata affidata la consulenza tecnico-scientifica.

Alla consegna degli edifici si procederà sia alla loro sistemazione a museo, sia alla messa a dimora delle piante in piena terra e in serra. Mentre la serra ospiterà piante esigenti da un punto di vista climatico, in piena terra troveranno posto piante più adatte all'ambiente mediterraneo, suddivise in collezioni (es. piante succulente, piante acquatiche, piante profumate, ecc.).

Oltre ad un erbario, comprendente le specie più caratteristiche della flora etnea ed altre interessanti piante della flora sicula, con particolare riferimento a quelle della Sicilia orientale, nel Museo saranno messi in esposizione numerosi esemplari di vegetali inferiori appartenenti al comprensorio jonico-etneo, quali Alghe, Funghi e Briofite, conservati in opportuni fissativi o essiccati.

La storia evolutiva dei vegetali sarà documentata tramite pannelli esplicativi supportati dalla esposizione di numerosi reperti fossili (foto1, foto2, foto3)

La presenza di elaboratori elettronici consentirà agli utenti una veloce consultazione del materiale d'erbario custodito nonché informazioni sulla flora sicula spontanea e sulle piante officinali, spontanee e coltivate. Per ogni entità botanica sarà disponibile l'immagine della stessa, la descrizione morfologica, l'ecologia, la distribuzione geografica e per quelle officinali, anche i principi attivi e le proprietà terapeutiche.

Villa comunale E. Pantano


La Villa è circondata da un doppio filare di tigli ad ovest e a nord e di platani (Platanus x hybrida) e tigli a sud, molti dei quali presentano ancora i segni di un inopportuno quanto dannoso capitozzamento.

Colpiscono per la loro maestosità diversi esemplari di Cedrus deodara a chioma piramidale e ramificazioni secondarie leggermente pendenti. Queste gimnosperme originarie delle montagne dell'Atlante (Africa settentrionale) hanno foglie aghiformi, isolate o in ciuffi, grigio-azzurre da giovani, successivamente verde-scuro e coni ovoidi, eretti, rossicci a maturità.

Diversi sono gli esemplari di palme, tra le quali citiamo Washingtonia filifera della California a foglie palmate e lungamente picciolate e stipite eretto piuttosto tozzo; Butia eriospatha che matura frutti eduli grossi come ciliegie dal delicato sapore di susine; Erythea armata dalle grandi infiorescenze arcuate pendule color giallo-oro, proveniente dalle Isole Canarie con le caratteristiche foglie pennate color verde brillante molto eleganti; Chamaerops humilis l'unica palma spontanea sul territorio italiano, nota come palma nana o di Santo Pietro; Trachycarpus fortunei elegante palma proveniente dalla Cina con foglie palmate e tronco fittamente ricoperto di fibre color marrone.

Sparsi per tutta l'area si trovano grandi alberi come Magnolia grandiflora degli Stati Uniti a foglie persistenti coriacee e fiori grandi color bianco-crema che sbocciano nel periodo estivo; Schinus molle pianta brasiliana con foglie pendenti formate da numerose foglioline lanceolate, fiori disposti in infiorescenze giallo-verdastre e frutti rossicci, piccoli.

E ancora Araucaria heterophylla , gimnosperma originaria dell'Isola di Norfolk (Australia) caratterizzata da una chioma piramidale e dai rami orizzontali; Jacaranda mimosaefolia delle regioni tropicali dell'America meridionale a foglie composte, bipennate, e fiori tubulosi blu-viola riuniti in pannicchie; Cercis siliquastrum dell'Europa meridionale e dell'Asia, volgarmente noto come albero di Giuda. Produce, direttamente sui rami, fiori papilionacei color rosa-porpora prima della formazione delle foglie. Fra le piante che maturano frutti eduli si coltiva la melarosa (Eugenia jambos) mirtacea della Malesia a fiori bianchi con frutti dolciastri simili nella forma a nespole del Giappone. Ai lati del monumento ai caduti, come tradizione vuole, vivono due cipressi che conferiscono austerità al luogo.

Diversi sono gli arbusti che con la loro variopinta fioritura ravvivano il verde dominante. Fra questi, interessanti sono gli oleandri ( Nerium oleander ) delle regioni mediterranee a fiori tubulosi di colore bianco, crema, rosa, rosso; i pittospori ( Pittosporum tobira ) della Cina e del Giappone a foglie coriacee, ovate, verde scuro e fiori giallo-crema che emanano un delicato profumo di zagara; le stelle di Natale ( Euphorbia pulcherrima).

Un altro arbusto qui coltivato è Lagerstroemia indica originario dell'Estremo Oriente e dell'Australia con la caratteristica corteccia liscia marrone chiaro e con fiori riuniti in pannocchie terminali color rosa o porpora.

Pregevoli sono gli esemplari di Cycas revoluta gimnosperma dai caratteri molto primitivi e che nell'aspetto ricorda quello delle palme per le foglie pennate disposte all'estremità del fusto.



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