I boschi ripali sono molto rari lungo il Simeto, in passato verosimilmente interessavano tutto il corso medio e terminale del fiume, attualmente se ne rinvengono pochi lembi e il più delle volte sono sostituiti da aspetti arbustivi. I boschi ripali sono caratterizzati dalla dominanza di salice bianco (Salix alba) e pioppo nero (Populus nigra) che formano uno strato arboreo alto anche più di 10 m. Nello strato arbustivo si osservano il salice di Gussone (Salix gussonei) la tamerice maggiore (Tamarix africana), il Salice rosso (Salix purpurea), ruta caprina (Hypericum hircinum). Diverse specie lianose, come il rovo (Rubus ulmifolius), l’edera (Hedera helix) e la calistegia (Calystegia sylvatica) rendono spesso impenetrabile questa formazione. Nello strato erbaceo si rinvengono diverse specie nemorali e igrofile quali la coda di cavallo (Equisetum telmateja), il carice (Carex remota), il Lythrum junceum, il romice (Rumex conglomeratus), il trifoglio (Trifolium repens).
I boschi ripali a pioppi e salici si insediano su suoli alluvionali sabbiosi o ghiaiosi costantemente umidi. Essi costituiscono una valida difesa contro le piene del fiume. Le specie che li costituiscono hanno una sorprendente capacità colonizzatrice. Le piene del fiume tendono a distruggere la vegetazione ripale mentre la capacità di rigenerazione di pioppi e salici tende a riformare le ripisilve che si trovano in un continuo divenire.
Il taglio degli alberi, il pascolo e l’incendio, le opere di sistemazione idraulica, hanno distrutto lungo il Simeto buona parte dei boschi ripali, in più tratti le ripisilve sono degradate ad aspetti arbustivi che presentano una composizione floristica analoga ma impoverita nelle specie più particolari e banalizzata da diverse specie sinantropiche e ruderali.