Monti Rossi

La formazione dei Monti Rossi risale all' eruzione del 1669. Dalla parte più meridionale delle squarciature formatesi durante l'eruzione uscì tanto materiale detritico da formare una collina di circa 250 m di altezza: il Monte della Ruina, ora Monti Rossi, che è il più grande dei coni "avventizi" etnei. I Monti Rossi sono costituiti da scorie laviche, da lapilli e da sabbia vulcanica; in mezzo a tale materiale "piroclastico" si rinvengono anche alcuni minerali isolati, tra i quali pirosseni (augiti) e plagioclasi.

Dopo la loro formazione le pendici di questi monti sono state colonizzate da piante terofite: Rumex scutatus, Lupinus angustifolius, Trifolium arvense, Senecio squalidus, ecc. e successivamente da fanerofite (Genista aetnensis, Spartium junceum) che hanno esercitato un ruolo importantissimo nell'opera di consolidamento favorendo l'instaurarsi della vegetazione arborea naturale tipicamente a querce caducifoglie (Quercus virgiliana e Quercus amplifolia). I versanti meno ripidi sono stati invece conquistati dall'uomo che ha impiantato vigneti. Intorno al 1930 i versanti nord e nord-est vennero rimboschiti con Pinus pinea, formando un fitto bosco. Nel 1968 alla base delle pendici esposte a nord-ovest si iniziò lo sfruttamento della sabbia vulcanica e da questa cava per lungo tempo si continuò a estrarre tonnellate di materiale. Oggi dopo la chiusura della cava, sono ancora visibili le ferite sui fianchi dei crateri.