Tornabene nel ricordo di Pasquale Baccarini
Il prof. Francesco Tornabene, del quale l'Accademia lamenta la perdita avvenuta il 16 settembre ultimo scorso [1897], nacque in Catania il 18 maggio 1813 dal Cav. G. Battista e da Anna Roccaforte. Affidato sin da fanciullo alle cure dei PP. Cassinesi di S. Nicolò l'Arena, compì in quell'insigne abbazia, la sua educazione religiosa e scientifica, sotto la direzione di dotti e valenti Maestri, dei quali serbò grata e reverente memoria, sino agli ultimi anni della sua vita.
All'età di 21 anni emise i voti religiosi nello stesso Monastero che lo aveva avviato agli studi; vi coprì successivamente le cariche di bibliotecario e di Priore, fino all'epoca delle soppressioni monastiche in Sicilia.
Le pratiche ascetiche non lo distrassero però mai soverchiamente dagli studi profani, come ne fa fede la sua lunga carriera di Docente all'Università di Catania e Segretario Generale nella nostra Accademia.
Fu uomo di ingegno pronto e versatile, e l'ambiente in cui visse favorì in sommo grado tali doti della sua mente, cosicché egli poté libare al calice delle più disparate discipline, assimilandosene i principii con istraordinaria facilità.
Egli può, a buon diritto, venir chiamato un enciclopedico, poiché fu infatti lodato come oratore sacro e profano, e come indagatore amorevole ed esatto di codici ed edizioni antiche: tentò successivamente e con varia fortuna la mineralogia, la geologia, la materia medica, la chimica, la botanica e l'agraria, e fu membro autorevole della commissione per la conservazione degli oggetti d'arte e di antichità della Provincia.
Le discipline peraltro alle quali consacrò le sue cure più assidue furono l'agraria e la botanica.
Egli infatti coperse fin dal 1866 la cattedra di agraria nell'Istituto Tecnico della città nativa, e fu successivamente Presidente della Società Economica e del Consorzio Agrario della Provincia e della Città di Catania, ed in tale qualità prese parte attiva alle più importanti iniziative agrarie della regione.
Vanno quindi ricordate sotto questo rapporto, a suo titolo di lode, la fondazione del deposito governativo di macchine agrarie, l'unico che esista anche al giorno d'oggi in Sicilia; quello del Consorzio per l'arginazione del fiume Simeto e l'irrigazione della Piana di Catania, e l'esposizione agraria tenutasi in Catania nel 1868.
Come Botanico tenne per oltre cinquant'anni e cioè dal 1840 al 1892, la Cattedra di Botanica nell'Ateneo Catanese, illustrando con diverse pubblicazioni la flora locale, e fondando tra il 1850 e il 1860, l'Orto Botanico di questa Università, al quale più tardi si aggiunse per le sue premure e per la generosità del Cultraro, l'Orto Siculo vivo e disseccato. La sua ricca e multiforme produzione letteraria e scientifica non può fare a meno di non presentare (data appunto la disparità degli argomenti presi a trattare) ineguaglianze e deficienze sensibili: ma se si tien conto delle condizioni e dell'ambiente nel quale si svolse la sua attività, essa pare ciononostante notevole e importante.
Nel campo bibliografico infatti La storia critica della tipografia siciliana, Le ricerche bibliografiche sulle opere del secolo XV, Il quadro storico della Botanica in Sicilia e nel campo botanico le ricerche sulla Flora Fossile dell'Etna e sulla Geografia Botanica in Sicilia, possono venir consultate utilmente anche al giorno d'oggi.
Coll'andare del tempo il vasto campo della sua attività andò gradualmente restringendosi ed infatti dal 1884 abbandonò l'insegnamento dell'Agraria all'Istituto Tecnico e alla fine del 1891 già grave di anni e di mali, anche quello della Botanica, ultima sua cura.
Ebbe premi ed onorificenze nelle esposizioni agrarie alle quali prese parte, fu socio ordinario e Segretario Generale nella nostra Accademia Gioenia, Membro Corrispondente di parecchie altre in Italia e all'Estero, Socio e Vice-Presidente Onorario dell'Accademia Artistica di Palermo, professore Emerito della R. Università di Catania, Cavaliere della Corona d'Italia e fu legato in amicizia con molti dei più influenti uomini del suo tempo; ma delle onorificenze e delle relazioni non menò mai vanto e volle perfino che i suoi funerali fossero spogli di qualunque solennità.
Sia onore alla sua memoria.
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