La vegetazione sciafila dell'infralitorale inferiore

 

 Flabellio-Peyssonnelietum squamariae Molinier 1958.

Specie caratteristiche: Peyssonnelia squamaria, Flabellia petiolata, Osmundaria volubilis.

Località di prima descrizione: Golfo di St. Florent (Corsica).

Questo aggruppamento vegetale sciafilo si sviluppa sui rizomi e più in generale nel sottostrato della Prateria a Posidonia oceanica. Si può trovare anche in tutto l'infralitorale su pareti o su fondali poco illuminati anche caratterizzati da instabilità sedimentaria.

 

 

 

 Flabellio-Peyssonnelietum squamariae Molinier 1958 subass. Osmundarietosum volubilis Serio & Pizzuto 1992.

Specie caratteristica della subassociazione: Osmundaria volubilis.

Località di prima descrizione: Pozzillo (Sicilia orientale).

Questa subassociazione è stata descritta per l'infralitorale della Sicilia orientale in ambienti scarsamente illuminati e soggetti ad intensa sedimentazione. È da precisare che in questi biotopi l'infralitorale ha il suo limite inferiore intorno ai -20 metri, ma la subassociazione si può rinvenire anche a profondità maggiori.



 

 

Halymenietum floresiae Giaccone & Pignatti 1967.

Specie caratteristiche: Halymenia floresia, Boergeseniella fruticulosa, Halymenia dichotoma, Cladophora prolifera, Scinaia furcellata, Sphaerococcus coronopifolius, Chrysimenia ventricosa, Halarachnion ligulatum, Thuretella schousboei, Alsidium corallinum.

Località di prima descrizione: Golfo di Trieste.

L'associazione si sviluppa nell'infralitorale in biotopi caratterizzati da risorgive marine di acque dolci e sopporta anche acque moderatamente eutrofiche.

 

 

 

 

 

 

 

Rhodymenio-Codietum vermilarae Ballesteros 1989.

Specie caratteristiche: Codium vermilara, Aglaothamnion tripinnatum, Spermothamnion flabellatum.

Località di prima descrizione: Costa Brava, Spagna.

Si afferma in ambienti calmi dell'infralitorale inferiore, dove sostituisce il Cystoseiretum spinosae Giaccone 1973. Si sviluppa principalmente nel periodo primaverile-estivo tra gli 8 ed i 20 m. di profondità, in biotopi caratterizzati da scarsa intensità luminosa (12-2% di quella misurata in superficie) e con una relativa ricchezza di nutrienti azotati.



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