Destinazione della superficie agraria utile
Il territorio etneo esprime nel complesso una particolare vocazionalità per le coltivazioni permanenti arboree (fruttiferi in genere).
Queste occupano oltre il 50% della superficie agraria utile (SAU) ed assumono sovente una precisa configurazione agronomica e biologica (es. vite); rilevante è la diffusione degli agrumi: quasi il 30 % della SAU sia sul versante orientale (limone) che su quello meridionale (arancio). La restante quota della SAU è ripartita paritariamente tra seminativi e prati permanenti e pascoli.
I seminativi includono le cereali (12,5% del totale della SAU) le quali non sono tra le colture più rappresentative del territorio etneo, al pari del resto delle ortive e delle foraggere avvicendate. I prati permanenti ed i pascoli interessano spesso terreni marginali o sottratti alle colture aratorie.
Le aree agricole marginali, nonché gli incolti e le stesse aree boscate alimentano attività di raccolta di prodotti spontanei, che, in taluni casi, assumono un qualche interesse economico e sociale.
Le specie spontanee di interesse alimentare e condimentario che sostengono tale attività sono diverse: dai funghi fino ad alcune piante boschive come il castagno.
Le colture irrigabili occupano poco meno di 27.000 ettari; la superficie effettivamente irrigata è estesa 24.000 ettari, di cui quasi 20.000 destinata ad agrumi; per il resto l’irrigazione riguarda le poche colture ortive e qualche frutteto specializzato.
In relazione al diverso grado di specializzazione, all’assetto colturale, alle condizioni orografiche, alle caratteristiche dei suoli, l'attività agricola viene esercitata su unità produttive di diversa ampiezza. Il numero di aziende è rilevante soprattutto per le coltivazioni permanenti arboree: gli agrumi sono rappresentati su oltre 14.000 aziende, olivo e vite interessano circa 10.000 aziende, così come gli altri fruttiferi.